Il caso Ettore Grande

Ettore Grande a Novara-1946

Uno dei primi casi giudiziari del dopoguerra che destarono grande interesse

Ettore Grande, di Villafranca Piemonte, figlio di quello Stefano Grande che fu’ tra i padri fondatori del Partito Popolare Italiano, al tempo era vice Console a Bangkok, Diplomatico di successo, (conobbe Hitler, Mussolini, Churchill, Tito) venne accusato di uxoricidio nel 1938, la mattina del 23 novembre 1938 la moglie Vincenzina Virando, figlia di un noto gioielliere Torinese, originario di Viu’, fu trovata morta, in camera da letto, , con numerose ferite da arma da fuoco alla testa: omicidio, come sosteneva la famiglia, o suicidio, come sosteneva il marito?
Ettore Grande era segretario d’ambasciata a Bangkok durante gli Anni Trenta. Era scapolo: il solo ostacolo ad una carriera diplomatica brillante perché il fascismo, oltre alla tassa, aveva imposto il freno anche alla carriera dei celibi. Sposò una ragazza torinese benestante, Vincenzina Virando, una affascinante ragazza di 25 anni , e la portò nella lontana residenza asiatica, un anno dopo, la giovane sposa fu trovata morta nel suo letto, uccisa da tre colpi di pistola, di cui uno sparato alla nuca (almeno, questo fu il responso della prima perizia). Si era in tempo fascista, non bisogna dimenticarlo, ed Ettore Grande nel 1939 fu condannato in prima istanza a 24 anni. Scoppiò la seconda guerra mondiale, ed Ettore Grande, che era stato internato nel penitenziario di Saluzzo, vi rimase nonostante le possibilità che ebbe di fuggire. Fu una prova a suo favore durante il processo di appello a Novara nell’ottobre 1946. fu un processo interessante, con squisitezze peritali e legali, i «casi eleganti» come dicono i forensi, che infiammarono l’opinione pubblica, Il foro alla nuca era d’entrata di un proiettile o di uscita del «dente dell’epistrofeo». Per mesi si parlò di questo ossicino che solo pochi specialisti di anatomia conoscevano, fu infatti il Dottor Pier Antonio Gagna, (allievo in chirurgia) che una mattina di fine marzo 1941 esternò i suoi dubbi: Il foro alla nuca non puo’ esser stato provocato da un frammento osseo? In anni di lavoro febbrile con esami sul cadavere di Vincenzina e sparando su cadaveri di sconosciuti messi a disposizione dall’ Istituto di Anatomia, Gagna dimostra la sua tesi: il foro alla nuca e’ dovuto alla fuoruscita di un frammento del dente dell’ epistrofeo, seconda vertebra cervicale, spezzato dall’ ultimo colpo, il terzo. non e’ inverosimile, se la pistola e’ una Browning automatica a raffica.
Si formarono i due partiti, pro e contro Grande; gli innocentisti erano più numerosi dei colpevolisti. lui, un uomo dall’aspetto mite, occhi quasi liquidi, voce un po’ blesa, attendeva quieto ascoltando con interesse le tesi dei suoi difensori i Giudici di Novara il 15 novembre 1946, lo assolsero per insufficienza di prove; qualcosa non li convinceva. Ettore Grande ricorse in Cassazione, che fissò un terzo processo a Bologna nel 1951. Il processo assunse limiti di morbosità incredibili, ormai tutti giuravano sull’innocenza di Ettore Grande; la vera vittima, per la seconda volta, fu Vincenzina Virando, la cui salma fu sottoposta dal 1939 al 1951 a diciannove perizie mediche e balistiche, (l’apertura della tomba dei Virando e la riesumazione del corpo di Vincenzina avvenivano con inusuale frequenza, tanto che rappresentavano una sorta di risorsa per i muratori locali) dissero e scrissero, come su di lui nei due precedenti processi, cose turpi, fu assolto per non aver commesso il fatto, reintegrato nella carriera con diritto agli stipendi arretrati. lo mandarono console a Bengasi, dove ebbe tempo di risposarsi; ancora un matrimonio infelice fu trasferito console a Recife, nel Nordest del Brasile.
Morì l’8 ottobre 1992 a Pescara, nel 1985, (sette anni prima) la RAI mandò in onda uno sceneggiato sulla storia senza chiedere nessuna autorizzazione, pare che i dirigenti RAI fossero convinti che Grande era già morto da parecchi anni.

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Sono un curioso del XX secolo
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