La Battaglia della Pancalera

Quel martedi  26 settembre del 1944, una forte autocolonna fascista era arrivata a Pancalieri, per fare carichi di grano ammassati nella vecchia filanda, loro, i fascisti venivano circa due volte la settimana, piazzavano le mitragliatrici a controllare i punti strategici, si facevano aiutare a caricare i sacchi di grano da manovalanza locale e nell’attesa giravano per il paese per intimorire la gente.  Erano soliti poi partire coi camion per Torino transitando per la provinciale Pancalieri-Carignano, la strada detta la Pancalera era adatta perché strada secondaria e costeggiata da alberi che offrivano un ottimo riparo in caso di mitragliamenti aerei.    In quel periodo nella zona tra Pancalieri e Vigone, stazionava il Battaglione  Arditi, nucleo creato dalla IV Brigata Garibaldi e che si rese protagonista di audaci azioni di sabotaggio ai danni dei nazifascisti e delle loro strutture, comandati da Isacco Nahoum (Milan) organizzarono per quel giorno un attacco alla autocolonna fascista, scelsero uno dei punti più boscosi e stretti della Pancalera, circa 200 metri dopo l’attuale cippo che ricorda lo scontro, il piano di Milan prevedeva il piazzamento di mine sulla strada che sarebbero esplose al passaggio degli autocarri, i Partigiani piazzati sul bordo della strada li avrebbero attesi. Le cose però andarono diversamente e i fascisti avvisati da un traditore partirono prima con il loro convoglio, piazzando i sacchi di grano a mò di trincea, arrivarono sul posto quando il lavoro di mina non era ancora finito, ai Partigiani non rimaneva che lo scontro diretto, una trentina di loro contro un centinaio di fascisti, lo scontro fu  violento e lungo, Franco Diena (Ferrero) apri il fuoco uccidendo l’autista del primo camion, ma venne colpito a morte subito dopo insieme al suo compagno, l’alpino Chiaffredo Barreri (Tormenta) che morirà dopo un lungo e tortuoso percorso all’ospedale di Racconigi, alla fine i Partigiani ormai sprovvisti di munizioni decisero di ripiegare lasciando sul posto oltre a diversi feriti otto fascisti morti.  Franco Diena venne portato al cimitero di Lombriasco, ai funerali di Chiaffredo Barreri a Racconigi, centinaia di persone accorsero per accompagnarlo nel suo ultimo viaggio.

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Sono un curioso del XX secolo
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